Fare un tributo musicale a Renato Carosone è allo stesso tempo un onore e una sfida. La sua produzione abbraccia tanti generi diversi, quasi troppi da ricordare. Solo per accennarne qualcuno: Rock and roll, Swing, Mambo, Rumba, Calypso, Tarantella. Oltre ai classici che conosciamo, esistono nel suo repertorio moltissime gemme, canzoni che nulla hanno da invidiare alle sorelle che hanno avuto più successo. Da ogni arrangiamento del Maestro spicca il suo apporto creativo, una firma che lo distingue da tutto il resto. Ed è così che in un altro repertorio, quello de Los Carosones, nel corso degli anni si sono imposte delle canzoni meno famose, che hanno ugualmente riscosso un grande successo nelle performance dal vivo.
Totò, la Malafemmena e il boogie di Carosone
1951, Formia. Sul set di uno dei suoi tantissimi film, Totò prende un caffè. Siamo nel mezzo della “Totò Mania”; il Principe De Curtis dovrebbe esserne felice: è all’apice della sua carriera, lo attende un successo finalmente consacrato e stabile. E invece in tutto questo non trova pace. A un tratto affiora un sentimento dolce e amaro insieme e riesce a tradurlo in dialetto napoletano, appuntando velocemente i versi sul cartone di una scatola di sigarette. Erano i ricordi di Diana Rogliani, la moglie con cui aveva condiviso vent’anni di passione e da cui si era separato da poco. Lei aveva iniziato una vita con un altro uomo. Non che Totò fosse solo, anzi: i rotocalchi gli attribuivano un flirt con una diva bellissima con cui collaborava. Totò si sente tradito da Diana, vorrebbe dimenticarla, ma il sentimento è troppo grande; così grande che si arrende. Lo cristallizza in quattro parole della celeberrima canzone:
“nun te pòzzo scurda’”
Carosone apprezzava la portata del genio compositivo e melodico di Totò e ne fa l’occasione per sperimentare un arrangiamento sorprendente. Se la “Malafemmena” originale era una ballata d’amore, quasi una ninna nanna, Carosone la accelera. Con il suo pianoforte da saloon inventa un Boogie Woogie infuocato, sincopato, tutto da ballare.
Durante i nostri concerti dal vivo ci siamo ispirati a questo arrangiamento e abbiamo riscontrato grande apprezzamento nel pubblico per il fortunato incontro fra melodia napoletana e ritmi nordamericani.
Le influenze sudamericane nel repertorio carosoniano
Quando si parla del repertorio di Renato Carosone, spesso si pone l’accento sul suo fare da ponte fra la napoletanità e l’America del Nord. Si tralascia però di sottolineare la produzione di musiche che arrivavano dal Sud America. Forse questi ritmi avevano bisogno di meno presentazioni al gusto italiano, vista la radice africana in comune. Ma Carosone è stato senza dubbio un maestro anche della cosiddetta musica Latin. Ci sono decine e decine di esempi nel suo repertorio, a partire da “Torero”, il suo più grande successo internazionale. Questo Cha cha cha arrivò nella Pop Chart nordamericana nel 1958 – guarda caso, contemporaneamente al fenomeno di “Volare”.
Nelle nostre esibizioni proponiamo i pezzi latin di Carosone più riusciti. Non può mancare “Carlotta”, poco conosciuta dal grande pubblico, ma che ogni volta diverte e stupisce. Si tratta di un Bajón o, come si direbbe oggi, una Cumbia cantata dalla voce scanzonata di Gegè di Giacomo. Una canzone-incantesimo con cui conquistare una donna irraggiungibile, altolocata, poliglotta. Federico Vacalebre, che ha curato la biografia di Carosone insieme all’artista stesso, racconta di notti memorabili a Cuba, dove Gegè cantava “’a voglio!”
e il coro rispondeva “cosa?”
in un crescendo di doppi sensi e di celebrazione della vita amorosa.
Anche il Brasile deve essere rimasto impresso nella memoria e nei gusti di Carosone. Nei nostri concerti ha un posto speciale una Samba del 1956, che oggi è andata quasi completamente dimenticata: si chiama “Sciú sciú”, come il soprannome che si usa a Napoli fra gli innamorati. La musica del pezzo è di Carosone, le parole di Calibi, paroliere e fondatore della Ricordi. Fu proprio quest’ultimo a propiziare il fortunato incontro fra Renato e Nisa, altro formidabile paroliere; dalla loro collaborazione nacquero successi come “Tu vuo’ fa’ l’americano”, “Pigliate ‘na pastiglia”, “Caravan Petrol” e “O’ Sarracino”.